domenica 13 settembre 2015

LA MARMELLATA DI COZZE????



Scusate ma io continuo a chiamarla marmellata, confettura non mi piace!!! Lo so che le differenti denominazioni sono sancite addirittura a livello legislativo europeo ma l'origine del nome spiega perché siamo attaccati più al termine marmellata che confettura.
 
Dal sito Benessere:
Marmellata o confettura? Se nel linguaggio di tutti i giorni si tende a non fare distinzione fra i due termini, definendo genericamente "marmellata " qualsiasi composto a base di frutta e zucchero, in realtà la differenza c'è, ed è sancita addirittura da una direttiva dell'Unione Europea. È marmellata un prodotto a base di agrumi (limone, arancia, mandarino e, più raramente, cedro, pompelmo e bergamotto); si parla invece di confettura se si usa qualsiasi altro tipo di frutta (o addirittura, in alcune ricette, di verdura). La differenza la fa anche la percentuale di frutta usata per il preparato: deve essere almeno del 20 per cento per la marmellata, del 35 per cento per la confettura, del 45 per cento per la confettura extra.
Origine Il nome marmellata deriva dal portoghese "marmelo", ovvero mela cotogna.
Si sa dal ricettario romano attribuito ad Apicio, e risalente al IV-V secolo dopo Cristo, che già i Greci usavano bollire le mele cotogne (in greco melimelon, mela di miele) con il miele, per ottenere una conserva.
Altri documenti attestano l'esistenza delle marmellate nel Medioevo, e la stessa preparazione della frutta veniva utilizzata anche nel XVI secolo dai conquistatori spagnoli in America
.


Comunque, disquisizioni filologiche e sofismi legislativi a parte, la marmellata di cozze esige un'ulteriore spiegazione. Tutto nasce da un equivoco causato da una clamorosa svista, rimasta da allora leggendaria. Qualche anno fa, di questi tempi, mentre preparavo, di primo mattino, la marmellata di prugne, quelle oblunghe scure, nella foto sopra,  che compaiono a fine estate e le aspetto in gloria, mio marito capita in cucina, mezzo assonnato e,  sbirciando il pentolone da cui spuntavano le mezze prugne, dalla polpa interna giallo arancio e il "guscio" scurissimo, le ha prese per cozze! Da allora la mia marmellata di prugne è stata ribattezzata marmellata di cozze!
 
 
Ingredienti e procedimento:

1,5 kg di polpa di prugne nere non trattate (denocciolate)
450 g di zucchero di canna chiaro
1 bustina di pectina di  mele*, dose per 1 kg di frutta (anche se sulla confezione viene indicato 1 busta per 1 kg di frutta, le prugne non sono acquose, è più che sufficiente anche per 1,5 kg)
la scorza di 1/2 limone piccolo non trattato tagliata a julienne + una spruzzata di succo
una spolverata di cannella
3-4 chiodi di garofano

* grazie alla pectina, gellificante naturale, la marmellata cuoce poco, lo zucchero non si caramella e il gusto della frutta rimane molto fresco e naturale

Come prima cosa, dopo aver lavato e mondato le prugne, private del nocciolo, peso la polpa ottenuta e preparo tutti gli altri ingredienti in proporzione (per quasi tutta la frutta uso circa 1/3 di zucchero, per le pesche che sono dolcissime anche un po' meno).  Le metto in una padella larga e dai bordi alti, aggiungo lo zucchero e faccio andare a fuoco dolce fino a quando si sarà sciolto e la polpa risulterà abbastanza tenera. Normalmente ci vogliono 10 '. Spengo la fiamma, distribuisco la pectina in superficie e frullo grossolanamente con un frullatore ad immersione, in modo da lasciare qualche tocchetto di prugna intero. Infine aggiungo le scorzette di limone e una spruzzata di succo, una spolverata di cannella (proprio un'idea, meno di un cucchiaino, la cannella esalta il gusto delle prugne ma, come sempre, va centellinata altrimenti copre tutti gli altri  sapori) e 3-4 chiodi di garofano schiacciati con la punta di un coltello in modo che le teste si sbriciolino un poco. Lascio andare a fuoco medio per altri 10-15' al massimo.
 
Prendo dei vasetti ben puliti, li sterilizzo in forno, inclusi i coperchi, a 180° C per 10 minuti e poi invaso la marmellata bollente. Faccio riposare, verifico che i coperchi (meglio se nuovi ogni volta) facciano il famoso "clack" sinonimo di vuoto e stop. Se non si crea il vuoto, riapro il vasetto, riscaldo il vasetto colmo di marmellata nel microonde per 1-2' alla massima potenza, cambio coperchio (precedentemente sterilizzato nel forno convenzionale, non a microonde) e ripeto l'operazione. Se non lo fa ancora, la metto in frigo per la colazione della mattina successiva, non ha problemi di conservazione, un vasetto di marmellata a casa nostra dura pochi giorni!!



 

4 commenti:

  1. Ero troppo curiosa di vedere cosa fosse questa marmellata di cozze! A volte gli uomini sono capaci di tirar fuori le idee più assurde, lo dico per esperienza personale! :-)
    L'origine del termine marmellata non lo conoscevo e anche io lo preferisco a confettura...è più familiare!
    Buona giornata,
    Alice

    RispondiElimina
    Risposte
    1. nemmeno io, l'ho cercato mentre scrivevo il post :-)
      EVVIVA LA MARMELLATA CON LA FRUTTA CHE CI PARE, COZZE COMPRESE :-)

      Elimina
  2. a ecco! volevo ben dire..perché mica mettevo in dubbio che tu l'avessi preparata veramente con le cozze!!! magari in versione mostarda :))

    RispondiElimina
  3. ahahahha, ridooooo!!!
    e comunque, anche per me la confettura è marmellata. Anche perchè se la chiamassi confettura, in casa mia non capirebbe nessuno. E' un po' come la bavarese: se lo dico al femminile, sbaglio ma tutti capiscono che si riferisce al dolce. Mentre "ho mangiato un bavarese fantastico" genera subito espressioni smarrite..:-)
    Qui le prugne in teoria ci sono, ma in pratica le lascio li... ormai rinvio al prossimo anno! e sull'etichetta "marmellata di cozze" :-), rigorosamente!

    RispondiElimina